05/02 - PRESIDIO AL BECCARIA⛓️🔥
H 16:00 al parco in Via Mengoni
Qualche giorno fa al carcere minorile Beccaria di Milano è stato appiccato un incendio all'interno delle celle e altri attimi di tensione si sono registrati quando un gruppo di detenuti ha tentato di forzare lo sbarramento presente fra i due bracci della struttura.
Il 25 dicembre scorso sette ragazzi sono evasi mentre altri detenuti appiccavano un incendio ai locali interni per protesta.
Dopo quella prima rivolta, gli evasi sono stati tutti ripresi o si sono riconsegnati mentre, dei circa quaranta allora reclusi, una ventina è stata trasferita in carceri molto distanti o per adulti.
Per chi è rimasto ci sono state dure ripercussioni: pestaggi da parte degli agenti della penitenziaria, mancata consegna del cibo e degli altri generi di prima necessità e impossibilità di fare le (poche) attività all'interno del carcere.
Mentre lo sciopero della fame di Alfredo Cospito da piú di 3 mesi ha portato all'attenzione del dibattito pubblico le condizioni disumane del regime di 41bis, rimangono più silenziate le numerosissime rivolte in altre carceri e regimi di detenzione.
Il 2022 si è concluso con un drammatico record di suicidi e tentativi di suicidio in carcere. Le violente proteste scoppiate in moltissimi minorili d' Italia non sono mai state così numerose come negli ultimi mesi. Le condizioni delle carceri per minori sono le stesse di quelle per gli/le adulti/e: strutture fatiscenti e lavori di ristrutturazione che non si concludono mai, sovraffollamento, mancanza di personale socio-sanitario, poche o nessuna attività formativa o ricreativa, continui soprusi e abusi da parte delle guardie.
Anche per questi motivi negli ultimi mesi non solo a Milano, ma anche a Bologna, Torino, Roma, Catania, Nisida, Palermo e Treviso ci sono state rivolte, incendi ed evasioni all'interno delle carceri minorili.
Tutti questi episodi ci fanno capire più che mai che non ci sia solo un regime, una sezione o un carcere da chiudere o cancellare. Ma è il sistema carcerario tutto che va abolito.
Le voci più rumorose che si levano dalla stampa sono, come al solito, quelle dei politici forcaioli e dei sindacati di Polizia penitenziaria che invocano più agenti, più muri e misure continuamente più afflittive per i reclusi.
Visto l'impeto sempre piú incalzante di proteste nelle carceri che continua dalle rivolte del marzo 2020 ci sembra urgente aumentare il sostegno che da fuori si può dare ai detenuti e alle detenute in ogni prigione.
Dopo l'ultimo incendio sembra chiaro che la situazione al Beccaria non si sia ancora placata e pensiamo che sia importante tornare sotto quelle mura per ascoltare le voci di chi è rinchiuso lì dentro; per far loro sapere che non sono soli e isolati, ma che la loro rabbia e voglia di libertà ha eco anche fuori.
Solidali con chi si ribella dentro e fuori le galere!
DOMENICA 5 FEBBRAIO
h 16, PARCO DI VIA MENGONI
MILANO