Movimenti a delinquere: Dibattito sulla repressione giudiziaria del conflitto sociale.
Movimenti a delinquere: Dibattito sulla repressione giudiziaria del conflitto sociale.

VENERDì 16 Dicembre dalle 19.00:

Movimenti a delinquere:
Dibattito sulla repressione giudiziaria del conflitto sociale.

Interverranno:
Associazione a Resistere, Torino
Comitato Abitanti Giambellino Lorenteggio, Milano
Impliquees, Bologna
Si Cobas, Milano

A seguire cena popolare benefit, musica e socialità.

Contro la repressione estendere la solidarietà e rilanciare le lotte.

"C'è un pezzo di verità che si può dire solo urlando. Un silenzio imposto con processi e galera non la renderà una menzogna"

Dal presidio sotto al Tribunale di Torino durante la prima udienza del processo per associazione a delinquere ai danni del Centro Sociale Askatasuna e del Movimento No Tav:

"L’accusa di associazione a delinquere si basa su di un teorema dalle brillanti forzature al limite tra il fantasioso e il grottesco, costruito ad hoc sulla base di migliaia di pagine di intercettazioni, annotazioni della Digos, pedinamenti e microspie. Un tentativo, quello della Procura e della Questura torinesi, di criminalizzare le lotte, il dissenso in ogni sua forma e la lotta contro il tav in Val di Susa in primis, basato su una narrazione che spia dal buco della serratura per produrre un artefatto che fa acqua da tutte le parti."

Da "Il Fatto Quotidiano" 12 NOVEMBRE 2022 riguardo le condanne ai danni del Comitato Abitanti Giambellino e Lorenteggio:

"Una bizzarra Associazione a delinquere senza fini di lucro, che nella realtà è solo uno dei centinaia di collettivi per il diritto alla casa della Penisola, che - criminali! - organizzava anche ripetizioni e doposcuola per i bamnini, mensa popolare, feste di quartiere."

Sempre riguardo il processo Robin Hood ai danni del Comitato Abitanti Giambellino Lorenteggio:

"Da 2 anni a 5 anni e mezzo, un totale di 30 anni di pena: le condanne vanno oltre le richieste della Procura;
eccolo, quel micidiale precedente che ha fatto di questo processo il simbolo di una minaccia generale per tutti i movimenti di lotta per la casa, ora potenzialmente imputabili di "racket" e "associazione criminale" per le attività di solidarietà e mutuo soccorso verso chi viene marginalizzato dalle istituzioni, e quindi dalla società e dalla vita."

Dal primo comunicato di Impliquèes - Rete Solidale:

"Impliquèes - Rete Solidale costruisce forme di solidarietà attiva, politica e umana. E' un progetto sviluppato da attivist delle lotte sociali bolognesi che si trovano a far fronte alle conseguenze repressive di molteplici mobilitazioni del passato. Ci occupiamo di organizzare eventi, raccolte fondi, campagne di solidarietà e iniziative di supporto in risposta alle numerose condanne e richieste di risarcimenti con cui la "giustizia" dei tribunali risponde oggi alle nostre lotte per una vita degna."

13 dicembre 2018 a 16 componenti di Prendodcasa Cosenza viene notificato un avviso di conclusione indagini con varie accuse, fra cui quella di associazione a delinquere per 5 di loro:

"Jessica e Simone, come Amerigo, Ferdinando, Carmelo e gli altri attivisti del comitato Prendocasa, da anni vanno in giro per le strade della città urlando a squarciagola i cognomi delle onnipotenti famiglie politiche che gestiscono il malaffare nell’assegnazione degli alloggi popolari. Per la procura della Repubblica e la digos di Cosenza, gli attivisti di Prendocasa sono “delinquenti”, colpevoli di avere occupato quattro o cinque edifici abbandonati dove adesso abitano centinaia di cosentini e di migranti. Con l’accusa di associazione a delinquere, poliziotti e PM hanno chiesto il loro arresto."

19 Luglio, dal comunicato diffuso dal SI COBAS:

"All'alba di stamattina, su mandato della procura di Piacenza, la polizia ha messo agli arresti domiciliari il coordinatore nazionale del SI Cobas Aldo Milani e tre dirigenti del sindacato piacentino: Mohamed Arafat, Carlo Pallavicini e Bruno Scagnelli.
Le accuse sono di associazione a delinquere per violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale, sabotaggio e interruzione di pubblico servizio. Tale castello accusatorio sarebbe scaturito dagli scioperi condotti nei magazzini della logistica di Piacenza dal 2014 al 2021: secondo la procura tali scioperi sarebbero stati attuati con motivazioni pretestuose e con intenti "estorsivi", al fine di ottenere per i lavoratori condizioni di miglior favore rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale"

Tutte queste storie si intrecciano in una volontà a livello nazionale di criminalizzare, utilizzando impianti accusatori pretestuosi, i movimenti e i sindacati conflittuali che si oppongono a precarizzazione, devastazione e sfruttamento.
L'associazione a delinquere diventa quindi essenziale per le procure che possono con facilità ottenere intercettazioni e misure cautelari per reati che in assenza di un articolo 416 non prevederrebbero azioni di questo tipo.
In alcuni casi queste accuse cadono, ma solo dopo mesi o anni di processi, spese legali e campagne diffamatorie che costringono compagni e compagne all'interno di aule di tribunali o in galera.
Il peso di ogni processo riguarda tutti e tutte noi, tanto quanto la gioia per un'assoluzione.

Ci diamo quindi appuntamento venerdì 16 dicembre al COA T28 di Milano per raccontare queste storie, perchè contro la repressione si può rispondere solo estendendo la solidarietà e moltiplicando le lotte

1 anno fa
COA T28
Via dei Transiti 28, Milano
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