"MOSTRIAMOCI" corteo di Carnevale in Via Padova
"MOSTRIAMOCI" corteo di Carnevale in Via Padova

Ma chi ha detto che non c’è?
Il mostro in ogni piazza, quartiere, mondo.


Da un po’ di tempo si mormora che un mostro si aggiri per le vie della città.
Qualcuno afferma di averlo visto con i propri occhi, altri pensano sia frutto dell’immaginazione collettiva. In mezzo a sentimenti contrastanti di timore (dopotutto, ci hanno insegnato che i mostri fanno paura!) e di fascinazione, la città si trova divisa tra coloro che credono fermamente alla sua esistenza e coloro che lo considerano solo una leggenda urbana.
Chi è questo mostro che si muove tra gli angoli delle strade? Da dove viene? Cosa vuole?

Abbiamo cercato una risposta a partire da quello che un mostro può essere: ciò che sta fuori dalla norma e che non può essere riportato all’ordine. E allora ci siamo domandati se nel nostro mondo ci può essere ancora qualcosa che non sia riconducibile al normale andare delle cose. In un momento di ebbrezza e di inconsapevolezza, ci siamo dette di sì.
C’è e ci piacerebbe, nelle strade delle nostre città normalizzate, poterlo incontrare. Pensandoci, l’incontro con il mostro non è poi così difficile, poiché si mostra nella città come ciò che non appartiene alla città stessa. La persona senza documenti, la giovane che scavalca i tornelli, chi appartiene alle “bande di giovani”, chi talvolta si cala il passamontagna contro tutte le ingiustizie, quelle costrette a lavorare ma che non amano il loro lavoro, chi vive senza soldi perchè non vuole consumare, chi si ferma e prende tempo per respirare e comprendere il senso più profondo delle cose, quelle che imbrattano le opere d’arte, quelle che vengono cacciate dalla città perchè non hanno modo di pagare l’affitto, quelle che non votano alle elezioni per questo o quel carrierista politico, quelle che amano i gatti e odiano la polizia, e chiunque si riconosca in questo infinito elenco di bei modi di essere.

Il mostro spaventa e appare brutto agli occhi di molti. Ma non a noi: a noi, al contrario, fa paura il quieto vivere, l’imperativo della rapidità e della frenesia, l’ipocrisia dei più, il buon senso dei “bravi cittadini”, la bellezza stereotipata delle pubblicità, una vita ridotta a lavoro e consumo. A noi sembra che il bello stia nella possibilità di redenzione di ciò che sta in basso. Come suggerisce un’antica canzone, “dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fiori”.
Ci piacerebbe incontrare questo mostro nelle strade e nelle piazze della metropoli gentrificata, invase dal cemento e dalle merci. Strade e piazze come quella di Loreto dove attraverso un nuovo progetto si prevede la trasformazione, programmata dalla complicità tra capitale finanziario e amministrazione locale, di uno spazio pubblico in centro commerciale, per sua natura privato. Un progetto che va di pari passo con il nuovo evento delle Olimpiadi del 2026 che, come è stato per l’Expo del 2015, tenta un nuovo balzo in avanti verso una Milano sempre più vetrina del consumo e del turismo e sempre più feroce nei confronti dei più poveri. Il nuovo progetto non si limita alla modifica fisica della piazza, ma rappresenta un esempio del modello di trasformazione della metropoli milanese che, in questo luogo, trova terreno fertile nei processi di gentrification che hanno investito negli ultimi anni il quartiere circostante.


Sta a noi scegliere se accettare tutto questo, o felicemente e insieme mostrificarci almeno un pò.