Non è questa l'università che vogliamo!
L'istituzione universitaria oggi come non mai si rende complice dell'industria bellica, attraverso uno scambio di competenze e strumenti intricato e non sempre facilmente identificabile. Il contributo che la ricerca sviluppata nelle università dà alle aziende belliche non è solo indiretto, ma anche diretto: gli atenei stringono sempre più collaborazioni dirette con aziende che operano nell’universo militare. Si tratta di veri e propri accordi che portano ricercatori e ricercatrici a lavorare su progetti condivisi con imprese che producono armamenti, con continui scambi di conoscenza. Ovviamente questo meccanismo è favorito dalla sempre più imperante logica aziendalistica che invade le istituzioni educative.
Con il professore Lancione del Politecnico di Torino, lunedì 26 Marzo in Festa del Perdono, parleremo di come spesso i frutti della ricerca universitaria in ambito civile vengono trasferite al contesto militare. Sono numerosi gli esempi a cui possiamo fare riferimento per delineare questo fenomeno, e molti di questi interessano proprio gli atenei milanesi.
A partire dagli ambiti più squisitamente tecnici fino a quelli di natura legale e umanistica, la compenetrazione tra università e guerra si fa sempre più fitta.
Partire dalla consapevolezza del funzionamento di questo fenomeno può aiutarci a creare una spinta di opposizione a queste logiche mortifere. Iniziamo a creare un versante di scontro a partire dai luoghi che noi studentx viviamo quotidianamente!
I contributi alla ricerca di studentx, professorx e rivercatorx NON devono diventare strumenti per perpetrare spargimenti di sangue, e tra i tanti, lo sterminio del popolo Palestinese in corso a Gaza. Fermiamo l'afflusso di conoscenze che dalle nostre aule ingrassa le tasche dei magnati della guerra. Opponiamoci all'orientamento militarista che investe la nostra società a partire dalle università, che sono per prima cosa di noi studentx!
Vi aspettiamo martedì 26 marzo in via festa del perdono alle ore 16 in chiostro legnaia.