Serata vibrante a sostegno delle spese legali per il processo "Robin Hood" ai danni delle compagne e i compagni del Comitato Abitanti Giambellino Lorenteggio, che dopo la sentenza in primo grado con le pesantissime condanne per associazione a delinquere procede verso l'appello.
Dalle ore 19:
Aperitivo al piano terra con
Lounge Hybrid Set, musica dal vivo e DJ
A seguire DJ set a cura Soul Finger, 60’s-70’s Rhythm And Blues, Funk, Boogaloo, Rocksteady, Afro and obscure Soul delights.
··· https://mixcloud.com/night-disaster
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"Qui vivremo bene".
È la promessa che ci siamo fattə quando è stato fondato il Comitato, che abbiamo impresso su testi, muri, discorsi e volantini.
Sono le parole di chi non si arrende ad una miseria imposta dal ritmo sociale, come una condanna: di chi non accetta di sopravvivere, nella paura o nella solitudine.
A volte, si sceglie anche di lottare.
Di non nascondersi e di solidarizzare con chi si trova nella stessa condizione, per riprendersi ciò di cui si ha bisogno, per non restare ostaggi della miseria.
È questa scelta che l'inchiesta contro il Comitato ha voluto reprimere: un'inchiesta che, lungi dal ristabilire dei diritti negati, mira proprio a mantenere lo status quo, ad ogni costo, a spaventare e punire chi cerca di reagire contro l'insostenibile situazione dell'emergenza abitativa nella città, e ad estendere il modello così confezionato ad ogni espressione del dissenso.
C'è una questione sempre più stringente: ogni persona è chiamata a scegliere se il confine tra legale e illegale indichi anche ciò che è giusto.
La "legalità" sbandierata in termini istituzionali assume la forma delle deportazioni, degli sgomberi, ha il sapore repellente di un'operazione di bonifica sociale.
Di fronte alle pulsioni securitarie che agitano il cuore del nostro tempo, non bastano l'indignazione e lo stupore.
La "legalità" – come concetto a sé stante – è una coperta sfilacciata che cerca di nascondere interessi economici, segregazione sociale, il sonno delle coscienze.
La "legalità" è ciò che lascia migliaia di case vuote e sfitte di fronte al bisogno primario di migliaia di persone, che permette agli speculatori di ingrassare allungando le mani sulla città all'avanguardia.
La "legalità" permette che centinaia di famiglie vengano sfrattate, consegnandole, dopo, alla miseria e alla disperazione.
La "legalità" ha deciso di considerare degli esseri umani come vite indesiderate, in eccesso, da far sparire e anche in fretta, da cacciare lontano dagli occhi per bene.
È importante prendere posizione. Scegliere da che parte stare: se ripararsi dietro ad atrocità a cui si dà forma di legge o se spezzare quel confine per affrontare l'ingiustizia e la desolazione che abbiamo intorno.
Il diritto negato sono le case vuote.
Le assegnazioni ferme, gli affitti esorbitanti, le maglie burocratiche.
Hanno detto "associazione a delinquere", noi rispondiamo: lotta a testa alta di chi è unito da un legame di solidarietà di fronte all'ingiustizia più sfacciata.