Presentazione del n.20 della rivista JACOBIN Italia con:
Luca Casarotti - Storico
ANPI Segrate
Il governo prova un senso di vergogna quando si parla della Resistenza partigiana.
A parte l’esperienza della Repubblica di Salò, gli italiani vengono sempre dipinti come vittime. Il mito degli “italiani brava gente”, inizialmente utilizzato per riabilitare il dominio coloniale italiano e le invasioni militari, è ormai sbarcato anche nella discussione sulla guerra civile italiana che va dal 1943 al 1945.
La tesi è semplice e ripetuta: i partigiani erano dei sanguinari imbevuti di ideologia, che lottavano per la loro dittatura, come i fascisti. Ripudiamo insieme gli eccessi per una nuova visione della storia, come ci ha ricordato il Presidente del Senato Ignazio La Russa quando ha attaccato i partigiani di via Rasella, colpevoli di aver massacrato dei tedeschi innocenti, lasciando il fianco scoperto alla rappresaglia militare.
La giornata del ricordo è il tentativo di formulare un 25 aprile della destra. Negli ultimi due decenni non si è badato a spese: film, pubblicazioni spesso di scarsa qualità storica, fumetti anticomunisti imposti alle scuole, come nel caso di Trieste.
Se tutto questo è potuto succedere, è probabilmente perché a sinistra l’esperienza della guerra civile partigiana è stata così formalizzata da averne perso di vista il senso. L’utilizzo “lotta per la libertà” è stata stesa come una coltre per non discutere la volontà dei partigiani di farla finita con il fascismo e con tutta la società che l’aveva generato.
Cogliamo l’opportunità della Giornata del ricordo perchè resistere fa sempre bene. E ne parliamo con Luca Casarotti, storico e membro della redazione di Jacobin con cui presenteremo, insieme ad ANPI Segrate, il numero 20 di Jacobin dedicato per l’appunto alla Resistenza.