
FARANNO IL DESERTO E LO CHIAMERANNO… RIQUALIFICAZIONE
La rapida trasformazione del tessuto urbano milanese – il cui riflesso più visibile è l’abnorme aumento dei prezzi degli appartamenti in vendita e in affitto – poggia su due principi basilari:
il primo è il razzismo di classe del padronato, che pretende di riservare il centro cittadino, con le sue utilità e i suoi servizi pubblici di alto livello e a prezzi esclusivi, ai soli ricchi.
Il secondo, la risposta della borghesia lombarda alla delocalizzazione industriale e all’impoverimento della competitività produttiva italiana, è il teorema grottesco e misantropo della città vetrina. Una città dove non si vive, dove non c’è spazio per la società reale, sempre più povera, “brutta da vedere” e perciò dimenticata.
Una città che – quasi come una televisione degli anni ’80 a cielo aperto – dovrebbe mostrare ai turisti che affollano gli Airbnb l’eccellenza effimera e menzognera della vita commerciale e dei servizi offerti dal territorio.
Una città chiusa ai poveri, ai “diversi” e, naturalmente, anche ai loro bisogni.
Dal 1976 il circolo anarchico Bruzzi-Malatesta è il centro aggregante del dissenso che ospita da sempre tante realtà antagoniste della zona, contro la mercificazione del quartiere Ticinese e delle/dei sue/suoi abitanti e rischia oggi di soccombere a quelle stesse logiche del profitto e della speculazione edilizia che le compagne e i compagni del Bruzzi-Malatesta denunciano con coerenza da decenni.
Con o senza lo spazio che è patrimonio storico dell’intera città, noi continueremo le nostre lotte contro la devastazione del territorio perpetrata dai padroni e contro il fascio-capitalismo liberticida che vorrebbe spegnere i nostri quartieri per normalizzarli e normalizzarci.
Ora chiediamo la solidarietà di tutte e tutti contro lo sfratto del Bruzzi-Malatesta previsto per il giorno 20 marzo alle ore 7.
Chi difende il Bruzzi-Malatesta, difende la propria identità non conforme e l’aspirazione a vivere la ribellione contro l’apparato nel proprio quotidiano e in ogni angolo della città.