Il 20 Aprile dalle 17:00 alle 20:30 manifesteremo sotto il Comune di Milano per ribadire che non vogliamo vivere sotto un ponte. Siamo i lavoratori immigrati delle occupazioni di Ci Siamo: gli abitanti degli ex bagni pubblici di Via Esterle 15, spazio per decenni abbandonato che il Comune un anno fa ha messo a bando per finalità religiose e che è assegnato alla Casa della cultura Musulmana di via Padova con una evidente contrapposizione fra il diritto all’abitare a quello al culto; gli abitanti di Via Fracastoro che in questo momento stanno ospitando le 40 persone tra single e famiglie sgomberate dall’ex stabilimento San Carlo di via Siusi 12, il 22 marzo scorso, dopo due anni e mezzo di vita in comune. La situazione attuale mette a dura prova le vite di tutti noi: perdendo la casa rischiamo di perdere anche il lavoro, perdendo il lavoro rischiamo di non poter rinnovare i documenti e di trovarci irregolari in Italia. Vogliamo dal Comune risposte concrete e durature per non distruggere questa comunità, dando un alloggio dignitoso a tutti. Vogliamo dal Comune anche la residenza lì dove abitiamo. Quella di Ci Siamo è una comunità che ha ricevuto forte solidarietà fin dall’inizio dagli abitanti dei quartieri in cui sono nate le occupazioni: hanno portato libri, indumenti e arredi, e hanno collaborato all’attività della scuola di italiano. Le occupazioni abitative sono un importante luogo di socializzazione ed autorganizzazione sulle tematiche lavorative, coloniali, abitative, dove c’è una costante ricerca di autonomia individuale e collettiva. Siamo persone tra cui alcune famiglie con minori, provenienti dal Mali, Gambia, Marocco, Brasile, Benin, dalla Costa D’avorio, dalla Guinea Conakry, dal Togo e dal Perù. La maggior parte di noi ha i documenti, altri sono in attesa di riceverli, altri ancora aspettano la sanatoria dal 2020. Lavoriamo nel settore edile, delle pulizie e della logistica, come badanti o rider. Il problema abitativo a Milano è enorme: gli affitti sono troppo alti per lavoratori con contratti brevi e sottopagati. Per non parlare anche dell’aspetto razzista che vede spesso la resistenza dei proprietari di casa ad affittare agli immigrati. In meno di 10 anni sono stati convalidati oltre 20.000 sfratti nella città di Milano, dato che non dà il quadro completo della povertà abitativa, perché non figurano tutte quelle persone che lasciano la casa prima che arrivi la forza pubblica. Inoltre, al tribunale di Milano ci sono 5.000 pignoramenti pendenti di persone che non sono più riuscite a pagare il mutuo. In questo contesto di 57.000 alloggi pubblici, 10.000 sono sfitti; nel 2016 sono stati stanziati 140 milioni di euro di soldi pubblici per ristrutturare 6.000 alloggi che non sono stati interamente assegnati. Ogni anno le assegnazioni non superano i 1.000 alloggi. Lottiamo per: – L’abolizione dell’articolo 5 del piano casa Renzi/Lupi del 2014 che impedisce di prendere la residenza e di fare gli allacci nelle abitazioni occupate o utilizzate senza un contratto; – Permesso di soggiorno incondizionato per tutte/i non legato al contratto di lavoro né alla residenza, valido in tutta l’Unione Europea, e il mantenimento della protezione speciale; – Azzeramento dei costi dei permessi di soggiorno; – Cittadinanza per tutte/i le/i bambine/i nate/i in Italia; – Abolizione di tutti i decreti sicurezza; – Fine degli abusi e dei lunghi tempi di attesa nelle questure; – Chiusura dei centri di detenzione (CPR) e la fine dei rimpatri Consideriamo l’ iniziativa del 20 una tappa all’interno di un percorso che anche altre realtà stanno portando avanti in questa città e con le quali vorremmo approfondire e sviluppare un terreno comune di lotta capace di esprimere una forza sociale in grado di contrastare gli interessi padronali sempre più egemoni in ogni aspetto della vita.
Ci Siamo – Milano cisiamoretemilano@gmail.com