
NON C’È ANTIFASCISMO SENZA ANTICAPITALISMO
Sergio Fontegher Bologna ne discuterà con Calusca City Lights
a partire dal suo ultimo libro “Alcune note sulla questione dei ceti medi e dell’estremismo di destra in Italia dal dopoguerra a oggi [acro-pólis in folio, Trieste, 2024]
Indice: Introduzione – Dal dopoguerra alla fine degli anni Ottanta – La Seconda repubblica, dagli anni Novanta a oggi – La fase finale: come si arriva al governo Meloni – Conclusione – Appendice: Effetti statistici di politiche clientelari
Il libro ripropone l’intervento dell’Autore al simposio internazionale «Il Centro e il suo estremismo: dalla crisi delle “classi medie” all’ascesa dell’autoritarismo», svoltosi a Madrid nell’ottobre 2023.
«Quando nel dopoguerra in Italia si costituisce un partito di estrema destra, il Movimento Sociale Italiano (MSI), molti dei suoi fondatori e dirigenti sono persone che hanno partecipato e combattuto per la
Repubblica di Salò. Per cui è difficile chiamarlo partito “neofascista”, è la continuazione del partito di Mussolini, anche la scelta del nome lo dice (Repubblica Sociale Italiana, RSI – Movimento Sociale Italiano, MSI). In Germania questo non è avvenuto, né la Deutsche Reichspartei (1950), né la NPD (Nationaldemokratische Partei Deutschlands, 1964) ebbero una così diretta e immediata provenienza dal partito nazista. Ma qui non intendo riassumere i fatti accaduti, intendo parlare di come è stata costruita la memoria di questi fatti e di come questa memoria sia servita a creare una nuova identità nazionale e una nuova coscienza collettiva. Grazie al movimento di resistenza l’Italia alla fine della guerra non era stata considerata una potenza sconfitta, come la Germania, ma una nazione “cobelligerante”, che aveva contribuito alla vittoria delle truppe alleate. […] In un certo senso con la Resistenza l’Italia si è autoassolta dei crimini che le sue truppe hanno commesso accanto alla Wehrmacht e accanto alle SS, facendo dimenticare i crimini che aveva commesso l’esercito italiano in Africa. Da qui il proliferare di miti, di mezze verità, come quello che “l’Italia si è liberata dal fascismo da sola”. I “cattivi” sarebbero stati soltanto i tedeschi, dimenticando che gli Italiani sia dell’esercito regio che della
Repubblica di Salò e la polizia fascista hanno contribuito all’arresto e alla deportazione di ebrei, hanno preso parte ai rastrellamenti e alle rappresaglie, mentre molti semplici cittadini italiani hanno denunciato i loro vicini di casa, perché antifascisti o ebrei, provocando la loro eliminazione».