
L'ARTE DI SOPRAVVIVERE: PROSPETTIVE DI LAVORO NEI BENI CULTURALI
🗓️ Mercoledì 7 maggio
🕔 Ore 14
📍 Cortile di Via Noto 8
Se già le condizioni in cui siamo costretti a studiare sono disastrose e destinate ad aggravarsi ulteriormente - come abbiamo denunciato negli ultimi mesi -, il mondo del lavoro che ci attende non è diverso: esattamente come nelle università gli studenti di Beni Culturali, e in generale delle materie artistiche, sono considerati di "serie b" e quindi accantonati e costretti a condizioni pessime, in maniera simile e in perfetta continuità vengono poi trattati anche dal mercato del lavoro.
Trovare un posto di lavoro nell'ambito artistico-culturale è spesso complicato, se non addirittura impossibile, e come se non bastasse a ciò si aggiungono le condizioni da fame e lo sfruttamento che i lavoratori sono costretti a subire.
Basti pensare al fatto che il 70% dei lavoratori museali non ha un contratto adatto alle necessità specifiche del settore e nella maggior parte dei casi con un salario che conta la bellezza di 5€ l'ora. Inoltre la maggior parte dei beni culturali in italia è gestita da privati, ciò porta a contratti a tempo determinato e a condizioni di lavoro insostenibili: turni lunghissimi, senza pause e in ambienti inadatti, mentre chi giustamente si lamenta viene licenziato in tronco.
Se invece della carriera museale si vuole intraprendere quella dell'insegnamento non c'è da preoccuparsi, si sta anche peggio! Grazie alla Riforma dei 60 cfu, esemplare anticipazione dell'ancora nebulosa Riforma Bernini, l'accesso all'insegnamento si fa ancora più controllato ed elitario, andando a precarizzare ulteriormente un settore già in crisi.
Nel mondo dell'arte e della cultura sta aumentando la selezione di classe e lo vediamo a partire dalle nostre università - dove l'accesso diventa sempre più elitario e i prezzi di libri e materiali stanno subendo un'impennata - fino ad arrivare ai luoghi di lavoro - dove, tra competizione e sfruttamento, sei costretto a tentare la scalata al successo tramite anni di gavetta.