🔥 I CPR BRUCIANO ANCORA 🔥
ASSEMBLEA APERTA dalle 17.30 📢
Martedì 23 maggio 2023
Chiostro Legnaia, Università Statale di Milano, Festa del Perdono 7
A SEGUIRE APERITIVO E MUSICA
Ai CPR, le prigioni in cui sono rinchiusi gli stranieri in attesa del rimpatrio, i detenuti rispondono col fuoco. Fin dalla loro nascita i centri di detenzione amministrativa per persone senza documenti sono stati scossi dalle proteste e dalle rivolte che chi veniva rinchiuso lì dentro metteva in atto. Se la cosiddetta macchina delle espulsioni non ha mai funzionato a pieno regime lo si deve certamente a chi, da detenuto, si è ribellato mettendo materialmente i bastoni tra le ruote alle esigenze dello Stato di gestire e disciplinare la manodopera straniera in esubero.
Mentre la quotidianità a scuola e al lavoro prosegue placidamente, lo Stato cerca di nascondere e far sparire ciò che mina l’unitarietà del suo immaginario, confinando in prigioni amministrative per mesi persone colpevoli soltanto di non disporre dei documenti in regola, obbligandoli a condizioni inumane. Se l’internamento degli stranieri e più in generale il razzismo di Stato è tornato sotto i riflettori con l'avvento della destra al governo non dobbiamo dimenticare che questi centri sono stati aperti in Italia da un governo di centrosinistra e che negli anni successivi nessuno dei partiti politici salito al governo ne ha perseguito la chiusura. Questi centri non sono quindi solamente espressione delle politiche nazionaliste e populiste, ma costituiscono invece un’esigenza strutturale per lo Stato che ha bisogno di strumenti per regolare in base alle esigenze del mercato del lavoro i flussi migratori e di rendere ricattabile gli immigrati attraverso la spada di Damocle del rimpatrio. Il coraggio e la determinazione dei prigionieri, che non hanno mai smesso di lottare contro questi centri, ci deve essere da esempio. Bisogna portare fuori il loro grido, farlo riecheggiare contro le istituzioni e chi è complice della deportazione e della morte di centinaia di persone. Finché di quei buchi neri rimarranno solo macerie.
Il silenzio è colpevole.
PARLIAMOCI, CONOSCIAMOCI, ORGANIZZIAMOCI