Il VOTO NON BASTA RIEMPIAMO LE PIAZZE.
Appello alle e ai compagnche andranno a votare, a quell che non ci andranno e a quell che non ci sono mai andat.
La campagna elettorale è iniziata, i muri si riempiranno di facce fin troppo note, slogan razzisti e programmi contro lo Stato Sociale, martoriato indistintamente dai “diversi” colori partitici e, finite le elezioni le condizioni di diseguaglianza e oppressione si amplificheranno, in particolare per chi è già discriminat e sfruttat.
Quest'autunno il connubbio guerra e grande finanza, che tra armi, sanzioni e quotazioni in borsa sta facendo lievitare il prezzo del gas, dell'energia e di tutte le merci, impoverirà tutt_ tra prezzi in continuo aumento, bollette impagabili, chiusura di aziende e relativi licenziamenti. Mentre aumenta il rischio di tornare al nucleare e all'aumento dell'utilizzo dei combustibili fossili.
Mobilitarsi contro l'economia di guerra che vorrebbero imporre, per la moltitudine è un problema di sopravvivenza, da porre subito, contro ogni finta via di uscita nazionalista, tipica di un'estrema destra che cercherà di celare il problema tra chi si arricchisce e chi viene sfruttato e si impoverisce in una finta univocità raccolta attorno all'identitá nazionale.
Questi sono solo alcuni dei motivi che dovrebbero portarci a riempire le piazze di ogni città; basti pensare al movimento per la giustizia climatica, rimasto inascoltato, ai diritti negati alle lavoratrici, ai lavoratori, a precar e a disoccupat, ai conflitti che insanguinano il pianeta e all'economia che generano, colpendo in particolare le persone più deboli e vulnerabili e quell che non ce la facevano neanche prima con un carovita insostenibile per tutt
Tali condizioni dovrebbero bastare a scatenare una reale opposizione sociale, fatta di corpi che occupano gli spazi fisici del potere e quelli mentali della costruzione di una reale alternativa che restituisca dignità e libertà alle nostre vite.
Il 16 settembre tornerà a Milano la 99 Posse. Per noi questa data non rappresenta solo un concerto, ma l’opportunità di riflettere, condividere e dotarci di strumenti comuni di resistenza e lotta.
Immaginiamo questa iniziativa come una giornata aperta, pubblica nel solco delle diversità che ci identificano e delle speranze di cambiamento che ci accomunano. Una giornata di riflessioni, ma soprattutto di proposte concrete, capaci di ricostruire quegli orizzonti di ribellione, inclusione ed eguaglianza verso i quali continuiamo a tendere.
Crediamo che Milano, laboratorio delle peggiori politiche liberiste, abbia un debito con la propria storia, fatta di lotte operaie e movimenti radicali e moltitudinari.
Quella moltitudine è ancora lì, forse sopita, forse frustrata, mai rassegnata.
Perché dunque non provare a restituirle protagonismo e conquista dei diritti scippati dalle Multinazionali, dai Banchieri e da politicanti asserviti?
Non ci resta che sederci insieme, senza gerarchie o prevaricazioni, per capire come scuotere le coscienze e mettere in moto la ribellione di chi è vittima di un sistema di abuso, sfruttamento e sopraffazione
Per questo invitiamo tutte le soggettività e le realtà che sentono questa urgenza a confrontarsi su tematiche fondamentali quali: crisi climatica, guerre ed economia di guerra, repressione sindacale e sociale, resistenza e riappropriazione degli spazi sociali, abbandonati o sacrificati sull’altare della speculazione edilizia.
Noi lo faremo a modo nostro, non dimenticandoci che la “Gioia è rivoluzione e che non può esistere rivoluzione senza gioia”. Per questo al termine dei dibattiti si partecipa tutt_ al concerto della 99 Posse, colonna sonora delle lotte degli ultimi trent’anni.